Siamo tutti migranti. Oppure lo siamo stati.
Dalle voci delle tante Diaspore fino alle mondine od ai minatori, operai e muratori emigrati in cerca di lavoro in ogni parte d’Europa come nelle Americhe o in Australia. Un percorso di canti e suoni che tocca tutti e passa ovunque.
Con questo progetto si hanno un’ambizione ed uno scopo precisi: dare un’efficace (e perché no?) piacevole strumento per chi vuole operare per conoscere la storia e la cultura italiana contemporanea, della quale l’emigrazione è uno dei tratti più profondi.
E forse non c’è nulla come la musica ed il canto che possano esprimere i sogni, le nostalgie, le paure e le allegrie delle persone che decidono di partire. E che ci fornisca una così ricca esemplificazione delle lingue (dialetti) e dei luoghi di partenza, del tipo di migrazione (permanente o stagionale), delle lotte per affermare dignità e diritti individuali e collettivi…
Molti hanno un moto di incredulità quando si ricorda che da questa regione (Emilia Romagna) ben 1.400.000 persone sono emigrate nei cento anni dell’Unita d’Italia al boom economico della seconda metà del 900! Ma ricostruire la coscienza di essere stati a lungo un popolo di emigrati ha anche un altro risvolto, che ci piace rendere esplicito: creare anche per chi viene oggi fra noi, a chi immigra in Italia per portare lavoro e patrimoni culturali nuovi, condizioni di effettivo e positivo accoglimento, della cui mancanza spesso hanno sofferto i nostri emigrati, nel Mondo.